lunedì 4 ottobre 2010

burn out, quando il vecchio consuma

mai visto Valentino Rossi, felice a fine gara dopo l'ennesima vittoria, che inchioda da fermo la gomma anteriore, da tutto gas e lascia che la ruota posteriore ruoti e fumi il pneumatico descrivendo un cerchio sull'asfalto? Ecco quello è il burn out. Il vecchio è la ruota davanti e il familiare che se lo prende in carico è quella ruota posteriore che si stà polverizzando girando in cerchio. Mi sento usurare mentre lo dico.
Certi giorni non vorrei più alzarmi sapendo cosa mi aspetta. C'è da diventar matti.
Un anziano si muove poco, non sa dove andare, non si ricorda come fare, ha bisogno di una guida, di un qualcuno che pensi e preveda per lui il pensabile. Un anziano non chiede, va per la sua strada, è preso da se stesso, ma non sa esattamente come aiutarsi. Certe volte è come farsi scappare una lumaca, ti fermi un attimo ed è sparita ... mi sento spesso lepre impotente.
La ruota posteriore può solo girargli attorno a tutta velocità, con tempismo, per capire dove quella ruota anteriore voglia andare. Un anziano non ha mai fretta e non capisce la frenesia che gli sta attorno, anzi gli da fastidio. Il vecchio ha solo le sue due o tre cosette da fare ogni giorno, e se possibile oggi, anche quelle di tutta la settimana, così è a posto. Fare certe cose, anche le più semplici è una fatica organizzativa non trascurabile per un vecchio. Finito quel poco il tutore è libero ... se l'anziano dorme, ma gli anziani non dormono mai e te lo dicono in continuazione. Vigilano, dirigono con lo sguardo e dubitano su tutto e di tutti.

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