La non autosufficienza e una immagine sfuocata dell'indipendenza, arriva e nemmeno te ne accorgi. Un giorno ti rendi conto, che senza il tuo aiuto, il tuo vecchio, non riuscirebbe a fare tutte le cose che prima faceva e gli consentivano di arrivare a fine giornata, pulito, nutrito e in sicurezza.
Una mano la si da sempre, così nemmeno ti accorgi che senza quella mano, ad un certo punto della vita, la giornata non andrebbe avanti in modo adeguato. L'individuo, noi, cerchiamo di rimediare a piccole sviste, non vogliamo ammettere l'incalzare della vecchiaia. Perchè vecchiaia vuole anche dire prossima fine di questa esistenza terrena, magari nemmeno durata tanto se pensi a guanto tempo hanno le case, le chiese o i violini. Copriamo i nostri errori, i nostri piccoli disastri quotidiani. Poi le sviste diventano routine e nemmeno ce ne accorgiamo più. Il degrado è subdolo, avanza di nascosto con noi.
E' così anche per un padre e una madre, perchè per loro dovrebbe essere diverso?
Arriva il giorno che una presenza sempre più giornaliera, sempre più costante diventa necessaria. Se non te ne accorgi tu te lo dicono i medici. A me l'hanno detto in ospedale, facendomi capire che dopo una polmonite se non si prendono adeguate misure può anche intervenire un assistente sociale. Si premurano di trovarti una casa di riposo. Passi dall'avere casa alla prospettiva di finire in un ospizio, di colpo, senza preavviso, senza prepararti. Come un infarto, una morte improvvisa o un risveglio per un tuono nella notte. Non vogliono i vecchi e forse non lo vuoi nemmeno tu. Poi, il tempo, il lavoro, i figli, la tua famiglia, si piazzano di traverso e devi fare delle scelte.
Il cammino verso una vita diversa è lo stesso di quello dell'accettazione della morte quando la senti seduta ad aspettarti a fianco del tuo letto.
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