Ospizio: deriva da ospite, non c'è dubbio, è un posto dove per cortesia (o per pietà) si ospita un forestiero, uno che viene da fuori. Come nome mi sembra abbastanza azzeccato in tutto, compreso quel significato di "venire da fuori".
Casa di riposo: non c'è tanto da dire, è un pò diverso, tipo dire badante e assistente familiare (i tempi si evolvono). Da più il senso di pace, ma anche di dormitorio in preparazione al sonno eterno ... o forse l'intenzione era di far percepire il giusto riposo dopo una giornata (o una vita) di lavoro. La nostra società forse abbina lavoro a capacità produttiva e di spesa. Senza nessuna di queste due cose, la vita non ha significato, non serve a nessuno, non serve al gruppo, quindi va convogliata e relegata in strutture protette, perchè questa abitudine di attesa, non prenda piede fra gli attivi. La casa è di riposo e chi non riposa, è inutile nascondercelo ma, è solitamente un pò sedato.
RSA, un acronimo forse come OSS, ASA, FIAT, INPS, IRPEF, FIOM, BIM, BUM, BAM, AMEN. sa di fine e un po' di latino forse ... il succo è sempre comunque della stessa arancia. RSA ... Residenza sanitaria assistita ... come nome mi piaceva di più ospizio. Non so perchè ma questa sigla, mi ricorda dei film di fantascienza, dove i morti venivano assistiti a morire in modo igenico, poi venivano condizionati ed espulsi dall'astronave in capsule mortuarie per non essere d'impaccio sull'astronave madre.
Comunque lo si voglia chiamare è un posto per malati terminali della peggior malattia esistente, l'unica che non da scampo, mai, la vecchiaia.
Chi entra lì sa di non uscire e di non aver più scampo. Non so se potrò scegliere o arriverò a scegliere fra una badante magari anche ladra e una struttura del genere, ma io mi lascerò morire di fame. Chi ti porta li è perchè a casa non può più reggerti, non necessariamente per cattiva volontà, ma perchè e giusto che ognuno viva il proprio tempo e non presti troppo il suo tempo agli altri che mai potranno renderglielo. Seguire un bambino è seguire un sogno, una speranza. Seguire un vecchio è senza promettenti aspettative. Lo si sa tutti, anche se non ce lo si dice, è una battaglia persa in partenza, un massacro delle cellule giorno dopo giorno. Certi anziani, lì dentro, spesso vogliono farla finita, altri passano giornate ad interrogarsi e a guardare un muro, distratti qua e la da preghiere o attività ricreative. I parenti non vogliono più noie se non in giorni concordati e comunque almeno a Domeniche alterne come per le targhe. Ci si prepara tutti al trapasso, giusto per l'ultimo saluto, ogni volta è quella buona per essere l'ultima. Il personale è bravo e con spirito di sacrificio, ma sa che tanto non c'è più nulla da fare e non ci saranno mai troppi reclami se proprio le cose non funzioneranno sempre a dovere. Cosa può pretendere un parente? Se ne lava le mani tutta la settimana e poi, la Domenica pomeriggio, arriva lì a fare il galletto perchè il pannolone è pieno? Ma se ne stia a casa sua, mugugnano gli aiuto infermieri che li ci lavorano a turni, da sempre. I medici (se ci sono) sono geriatri, medici specializzati in malattie della vecchiaia. Sanno spiegarti tutto di tutto, ma anche che la vecchiaia non può chiedere ancora molto alla vita. Li non si cura, non c'è chiasso o clamore, si accompagna le persone in un posto dove non ci sono più dolori e malattie.
Capita delle volte di sentire un urlo secco, non corre nessuno, si sa, è l'estremo saluto di chi se ne va a quelli che restano ancora per un po'. Ho visto gente morire davanti alla "guardiola" degli infermieri. Quando qualcuno muore finisce alla lunga per essere diventato anche un rompiballe. Finalmente se n'è andato, arrivano i ringraziamenti, magari dei cioccolatini, in fondo era un buon uomo, in due o tre giorni i cattivi ricordi svaniscono e poi non ci si pensa più per sempre, bisogna preparare il letto a quello nuovo che arriva. Morti sotto un coperchio di lamiera zincata ancora caldi, anzi sempre più freddi, troppi, troppi ne ho visti. Il freddo della morte si prende un pezzo di corpo alla volta, quando un vecchio muore, non è mai caldo, nemmeno dopo i primi minuti.
E' un posto dove gli amici del tavolo dove mangi, spariscono in fretta, sembra la stazione ferroviaria, partono arrivano, partono, nemmeno te ne fai un gran problema, perchè li è normale che sia così. Una autostrada verso l'aldilà.
Nessuno dirà mai che non sono state prestate cure sufficienti. Non conviene ai medici per il buon nome della struttura. Non conviene al vecchio, per non dire a se stesso di essere stato dimenticato troppo in fretta. Non conviene ai parenti, che devono poter dire di aver fatto tutto fino all'ultimo. Tutti ormai hanno ceduto e aspettano solo ceda il vecchio, prima succede e meglio è per tutti. Per i parenti, che finalmente smetteranno di andare avanti e indietro. Per l'anziano, che finalmente se ne fregherà di avere il pannolone pieno. Per gli infermieri, che se avranno un buon turnover di personalità diverse, si affaticheranno meno. Per i medici, che hanno gli ospedali che li assillano in continuazione proponendo loro continui rincalzi. Chi ha sempre posti disponibili è ritenuto da sempre affidabile ed efficiente. Poi un bel ringraziamento per la pazienza e le cure prestate in un bel necrologio e tutti si mettono il cuore in pace, parenti e maestranze comprese ... e chi più del vecchio?