martedì 9 novembre 2010

badante! ... in inglese si scrive caregiver

ci sono un sacco di definizioni e tanta confusione e chi ne patisce prima di tutti è il nostro vecchio.
Quello che intendiamo noi per badante è la vecchia serva padronale. Lo so che adesso avrò tutte le badani a darmi addosso (tutte si fa per dire, però sono quasi sicuro che una mi legge, anche se saltuariamente), ma possiamo cercare di essere realisti. Lo so, lo so, loro (le badanti) sono assistenti famigliari, come le assistenti alla poltrona del dentista ... appunto, ma il dentista è un'altra cosa. Siamo un popolo di operosi (scioperi di Natale e Ferragosto a parte) e forse anche di operai, anzi di terzisti, forse emancipati impiegati ma non siamo sempre nobili.
Il nobile sa cos'è una serva, fondamentalmente (con aristocratico distacco) una che serve a fare il suo lavoro. Io sono parte di quei noi, che hanno avuto colleghi, magari subalterni, ma mai dipendenti. Un dipendente poi lavora con una macchina o con qualche cosa d'altro, può affezionarsi al marchio o meno, ma è sempre (anche se una risorsa umana da valorizzare ... come si legge nei depliants) un codice a barre più o meno determinante in un'azienda.
Con il proprio vecchio di mezzo, occorre prima il caregiver e poi la badante, il codice a barre è insufficiente.
Sono nato caregiver. Secondo me certi nascono così, autoprogrammati con un virus che li taglieggia di morale già da piccoli. Sono, siamo nati per autoimmolarci, credo sia una malattia, ne sono convinto e la cosa peggiora quando si è figli unici.
La badante, non è quella straniera (forse un po' aggressiva, certe volte disorientata che si vede subito non essere di qui) che viene a prendersi carico del nostro vecchio. No quella è illusione. La badante può solo essere un aiuto. Il/la caregiver è ben altra cosa.
In una scala di necessità per un vecchio metterei:
1) il vicino di casa (rompe, non si fa gli affari suoi ma da l'impressione di vigilare, è solo curiosità ma da un mite senso di sicurezza, sempre meglio che essere soli su un'isola deserta).
2) il telefono (senza comunicazione non c'è vita).
3) un animale (certe volte un vecchio non vuole nemmeno quello figurarsi una badante)
(un animale una pianta da accudire fanno sentire il vecchio utile).
Dietro a poco a poco deve materializzarsi la figura del caregiver.
Il caregiver è un predestinato. Senza che nemmeno lui se ne accorga, tutti fanno poco a poco riferimento a lui per tutto. Certe volte si immedesima talmente nella parte che sente le necessità, i dolori e le parole da dire prima del suo vecchio.
Tutto diventa automatico. Non c'è bisogno di parole, bastano impercettibili gesti. E tutto talmente ripetibile che diventa stressante, impossibile. Serve la badante, un aiuto alla poltrona ... appunto, ma il dentista lo deve fare uno della famiglia.

3 commenti:

  1. d'accordo...però la badante è li con loro 24 sul 24,e sa tutti i loro bisogni,e un figlio,passa 10 min al giorno a chiedergli come stanno...allora chi è più presente con loro,il dentista oppure l'aiuto alla poltrona??

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  2. L'aiuto alla poltrona magari conosce le paure del paziente ma è il dentista che fa l'otturazione e toglie il dente e il male.
    Un figlio ma non necessariamente può essere la persona di riferimento ma non dovrebbe esserlo la badante, anche perchè badanti che si fanno tutto il sabato e tutta la Domenica con l'anziano non ne conosco.

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  3. il caregiver non è certo la badante ma semmai è quello della famiglia che tiene i contatti con la badante con l'assistito con l'ospedale, l'asl, l'inps, il patronato ecc. ecc.

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