sabato 27 novembre 2010

Il vecchio e la cura

Sono stato all'ospedale San Raffaele di Milano. Un'istituzione, è uno dei meglio attrezzati d'Italia, medici tutti giovani, selezionati. Si pensi che nella sede di Milano-Segrate, gli interventi di oculistica sono tutti a pagamento, tanta gente ci va, e le visite con il servizio sanitario nazionale sono decentrate in ambulatori esterni al nucleo dell'ospedale. C'è la ricerca, c'è l'università di medicina con varie specializzazioni, si arriva anche ai master in marketing (o qualcosa del genere mi pare), l'albergo, i negozi, le boutique, il supermercato, tutto nei sotterranei a fianco all'immenso parcheggio sotto terra, il trenino navetta innovativo (elettrico, a fune, senza conducente per 682 metri di percorrenza). Una città nell'ospedale. Manca solo lo zoo (c'era, ma è stato tolto per far posto alla nuova sede dell'università) il luna park (è all'idroscalo, appena dietro) e un casinò (a San Vincent neanche due ore di macchina per 170 chilometri) dimenticavo il mare (meno di 2 ore di macchina sempre per 170 chilometri a Genova), L'aeroporto di Linate è appena dietro e le montagne e i laghi della Brianza appena davanti. Mediaset è di fianco. C'è tutto quello che si possa umanamente desiderare, metropolitana, tangenziale, eliporto, il Teatro alla Scala e il Duomo a 10 minuti di metrò. Due giorni fa ero lì, ambulatorio di otorino, settore B, piano meno uno, stanza 18.
Visita di controllo. Entrano con l'endoscopio nel naso (un chirurgo non si fa tanti riguardi, sono cartilagini che criccano) e me lo puliscono sulla lingua. La seconda volta che il novizio lo fa (prendono solo i migliori dalla loro università), chiedo se riesca anche a fare di peggio. Mi dice che fanno così in tutto il mondo. Deve averlo sentito anche il direttore (?) dell'ambulatorio (così si qualifica)  entrando infuriato. Mi chiede con tono minaccioso da signorina Rottermaier "dove crede vada a finire il muco che ha nel suo naso?". Puntualizzo che va in gola (un otorino lo sa di sicuro, ma meglio fargli sapere che lo so anch'io) ma non in bocca, sulla lingua, con quel sapore schifosamente salaticcio. Caspiterinabella, se lì, trovano naturale questa pratica, sicuramente si mettono le dita nel naso e poi leccano di gusto. Non ho stretto la mano (come è mia consuetudine ) a nessuno.
Devo anche ammettere che era un giorno di particolare trambusto, erano già agitati  con altri pazienti, prima che entrassi (di solito sono abbastanza puntuali ma quel giorno erano in ritardo di una bell'ora, prima casini col sistema informatico in aggiornamento, poi bambini che urlano). Se succede questo al grande San Raffaele, cosa potrebbe succedere ad un vecchio che finisce in un ospizio di periferia? Fortuna che quello non mi stava facendo una colonscopia ... non voglio pensare a cosa lì sappiano di colon che succede in tutto il mondo.

3 commenti:

  1. Tutti gli ospedali fanno così. I praticanti e le attrezzature peggiori sono negli ambulatori, anche se questi sono il biglietto da visita di un ospedale. Le attrezzature migliori e gli specialisti sono in sala operatoria. Metteresti in ambulatorio a fare prime visite un primario mentre in sala operatoria hanno un tumore difficile da sistemare? gli ambulatori fanno da filtro e selezionano i casi più gravi e urgenti il resto può aspettare.

    Nota
    Al San Gerardo di Monza, (anche in ambulatorio) usano endoscopi rigidi e flessibili a fibra ottica entrano dal naso e ti guardano anche la laringe

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  2. Si é visto come è finito l'ospedale dove l'immagine conta più dell'anima. Poi a Milan sono tutti stressati

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  3. "La sanità pubblica è l'eccellenza" ha detto Monti, e almeno su quello c'è da credergli in tutti i sensi.

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