lunedì 9 luglio 2012

Mio padre piange

Ci sono giorni che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi. Mio padre vorrebbe anche aiutarmi a fare le sue cose. Cerca di essere meno d'impiccio che può, ma così facendo, mi fa faticare di più. Delle volte è anche un gioco, per stare più insieme. Delle volte mio padre ride per delle cose che non fanno ridere e delle volte piange per delle cose che non fanno piangere. Sono quattro anni che mi dice che vuole morire (tutte le volte gli rispondo di non stufare) ma adesso io comincio a credergli. E' stanco, respira corto e di fretta, fatica ad alzarsi e a stare in piedi da solo. Fatica a camminare. Lo so, le scarpe devono essere alte per aiutare la caviglia aperte fino in punta da chiudersi con il velcro perchè il mattino il piede è magro ma poi a sera ha due salamotti nelle scarpe che devono essere "allargabili". Niente cuciture dentro e poi devono lasciar traspirare il piede. Io non capisco, i vecchi sono tanti, ma nessuno fa una scarpa senza cuciture come piacerebbe a me e ai suoi piedi, Mio padre mi ricorda di tanto in tanto che "lui non ha debiti e non ha crediti, come tutti quelli della sua età".
stiamo vivendo un periodo di calma reciproca e quasi di innamoramento anche se delle volte basta uno sguardo o un gesto sbagliato per irrigidire la situazione.
Mio padre quando vuole sa anche essere simpatico e fa anche battute fini. Bisogna lasciar vivere se si vuole sopravvivere. Sempre più spesso ho la sensazione se ne stia realmente andando definitivamente. Che farò senza  di lui. Ho litigato tanto ma so che mi mancherà tanto anche con i pannoloni sporchi.

5 commenti:

  1. questo blog è veramente sconclusionato. Non si capisce se vuole essere un aiuto alle badanti o è un diario familiare

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  2. i vecchi sono così un giorno giù un giorno su. Ma tornano su solo se hanno i famigliari e ricordi della loro vita altrimenti si lasciano morire. Inoltre sospettano che gli altri lo vogliano far fuori.

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  3. Mia madre piange tutte le volte che non riesce a piegare il suo tovagliolo. Gli da la percezione di non essere più la donna di casa di una volta.

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  4. Si, ti mancherà da morire, io lo so, ora lo so bene, il mio è mancato il primo giorno d'estate, dopo aver fatto tanto, tantissimo rumore, se ne è andato in silenzio, di notte... era in ospedale, sembrava si stesse riprendendo, prima che io che venissi via mi ha detto in dialetto "sai che ti devo dire, VOGLIO andare a casa..." Ritornello ripetuto all'infinito negli anni, anche se lui dalla sua casa, a parte i ricoveri ospedalieri, non si è mai allontanato. E il 21 giugno ci è andato a casa, finalmente per lui, che ora sta definitivamente bene. Quella che non sta bene sono io ora, mi manca da morire, ha lasciato in me un vuoto che non so come riempire. Non ho rimorsi, non ho rimpianti, l'ho tenuto stretto a me con tutto l'amore possibile per sei anni. Ho vissuto con lui la discesa inevitabile, la sua mente persa. Sono stata prima figlia poi inevitabilmente sono diventata per lui mamma. Così mi chiamava alla fine.... ma con quanta dolcezza, lui che con me non è mai stato tenero. E ora la notte continuo a svegliarmi e tendo l'orecchio per ascoltare il respiro... poi mi viene in mente quella carezza che ho avvertito e che mi ha svegliata poco prima che suonasse il telefono la notte che se ne è andato...

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  5. Il mio (di padre) da quando ha avuto la polmonite, e sono arrivato a casa senza accorgermi che fosse in quello stato (al telefono sempre voce squillante), se ne è voluto andare infinite volte, ma so che adesso entrambi sembriamo paghi del tempo che abbiamo vissuto insieme. All'inizio è stato un dramma pensare di saperlo morto poi col tempo e con i ricoveri l'idea è diventa più realistica ed inaluttabile, direi anche quasi accettabile. Ci si abitua pian piano al distacco... credo senza mai poi essere veramente pronti. In questi anni sono morte tante persone che venivano a trovarlo, anche compagni di stanza e anche qualche medico. L'ultima volta aveva male allo stomaco e l'ho portato in pronto soccorso "Calcoli causati da farmaci" (dissero ... ormai tutto è causato da controindicazioni dei farmaci che assume) ma due volte prima, non l'ho portato e credevo se ne andasse. I medici nemmeno me lo vogliono più ricoverare, "l'età" dicono (come al solito) ecc. non c'è cura alla vecchiaia. Anche il medico di base mi dice "se non fanno nulla in ospedale cosa vuole che faccia io?".
    poi si riprende e tira avanti ancora qualche mese in discreta forma (discreta per il suo vivere).
    Ho visto tante situazioni diverse in questi anni. Si va da chi calcola meticolosamente i costi/benefici tra il ricovero in ospizio e l'assunzione di una badante e chi in casa ha l'ospedale attrezzato di fisioterapia, gruetta letto elettrico controllo trigliceridi, colesterolo e glucosio, pressione, saturimetria, cardiogramma.
    Non so più nemmeno io dove sono e so che la disoccupazione che avrò quando se ne andrà sarà grande. Poi sembra star bene e rischio per stanchezza di andarmene io in qualche incidente stradale. Negli ultimi anni ne ho passati almeno 4 volte tanti.

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