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venerdì 5 agosto 2011

Un rapporto sereno ...

Mica è facile da instaurare.
Ho visto ospizi e ospizi e ospizi. Ho visto gente dirmi "Abbiamo fatto tutto il possibile. Ci sentiamo in pace con noi stessi".
Quando un anziano muore, forse non si è fatto tutto o forse si è fatto troppo. Una cosa è certa, si tira una riga definitiva e si fanno le somme e le sottrazioni di una vita.
La morte esiste ed è ineludibile, nel momento stesso che s'incontra la vita. Non si può viverla come un dramma, ma nemmeno dovrebbe essere un sollievo ... se appena si può.
Non si può vivere per sempre, ma diventa, certe volte, anche difficile vivere un po'.
Sentirsi inutili e rifiutati, e uno dei motivi della depressione di un anziano. L'anziano ha sempre freddo e sa un po' sempre di morte e quindi lo si tiene lontano per allontanare la vecchiaia ... del resto la televisione non la manda mai in pubblicità.
Il momento più difficile e incredibile, è quando si comincia ad aver bisogno degli altri per il proprio quotidiano e ce ne si rende conto.
Non so se la materna, lo stato, le opere o associazioni caritatevoli siano le cose migliori per un nostro congiunto, figlio o genitore che sia. Una cosa è certa, non si può trattare un bambino da uomo (ometto) e un vecchio da bambino (nonnino ecc.).
Vedo molti andare all'ospizio a far carezze ai propri genitori per mezzora, implorandoli di mangiare "la pappa". Da vecchi si rincoglionisce un po', ma si resta adulti, e consci, che gli altri non vedano persone con dei loro sentimenti, ma solo bambini invecchiati da addormentare o avviare al sonno eterno.
Mio zio è morto in un ospizio, ce lo hanno mandato. Non sapeva che fare e mangiava anche le pastiglie degli altri, come fossero becchime per colombi. Era dalle suore, ma ha pregato tanto altrimenti lo mettevano in castigo. Già ... colombi. Si, si diventa un po' colombi pronti a volar via al primo schiamazzo.

giovedì 28 gennaio 2010

Anziano a chi?

Un anziano, anche autosufficiente, da solo, è un problema, anzi un potenziale problema, figuriamoci se non è autosufficiente. All'inizio e sino al momento di rottura (in tutti i sensi) lo si tiene in famiglia, lo si segue, ma poi diventa come un cane a Ferragosto e si vorrebbe abbandonarlo in autostrada ma non si può (scatta l'abbandono di incapace e sono anni di galera). Si può farlo star male e rifilarlo un pò di tempo ad un ospedale e poi ad una struttura riabilitativa, sperando lo dirottino poi d'ufficio in una casa per anziani, comunque si chiami questo posto resta sempre un magazzino premortis, dall'ospizio non si esce più. E' quasi come metterlo al cimitero ma da vivo, lo si versa in caparra al creatore in attesa venga a riprenderselo. Praticamente lo si conserva in frigorifero prima che la morte se lo mangi definitivamente. Un anziano rompe su tutto. Oggi le distrazioni sono veloci e infinite come il web, non si può legarsi al piede una palla di piombo come un anziano, diventa difficile anche andare dal tabaccaio, figuriamoci al cinema o in pizzeria. Bisogna piazzarlo. Se l'anziano va in "graduatoria", prima o poi, una casa di riposo ha un letto liberato da un morto da riempire subito con carne vecchia. Là (all'ospizio) sanno che nessuno andrà mai a reclamare un disservizio. Se l'anziano va li è perchè a casa da fastidio e magari da fastidio (da vivo) anche all'ospizio, perchè ha qualche risparmio in giro, da godere fin che si è giovani (intendo gli eredi).