mercoledì 16 maggio 2012

Assistere il proprio genitore

Essere padre del proprio padre non è la cosa più semplice di questo mondo.
Lo faccio da 4 anni e sento la mia vita sfuggirmi di mano. C'è sicuramente tanta letteratura sull'argomento, che poi è anche essenza e ricerca del senso della vita.
Ci sono quelli che ci studiano e portano casi e percentuali ecc. Questo dovrebbe essere il tempo della riconciliazione. Ma quale riconciliazione? Con mio padre ho sempre avuto un rapporto abbastanza buono, buono perchè non ci siamo mai frequentati troppo. Lui non c'è stato molto quando ero piccolo (per lavoro) e c'è stato poco quando ero più grande (per soldi, ce n'erano veramente pochi). Poi me ne sono andato di casa, prima una città, poi un'altra, e un'altra ancora e via di seguito. Ogni 4 o 5 anni cambiavo sede di lavoro, qualche volta lavoro e spesso anche residenza. Quando tornavo a casa, erano tutti contenti di vedermi ... per un po', solo per un po', poi si metteva in chiaro che quella era casa loro e io ne avevo una mia, da frequentare il più possibile. Fino a 87 anni, mio padre si è gestito a modo suo la vita. Arrivavo il Sabato pomeriggio con i rifornimenti e me ne andavo la Domenica pomeriggio. Era inutile mettermi nei loro problemi. Loro volevano risolverli a modo, magari disordinato, ma intimamente loro.
Oggi i miei si nutrono della mia vita, quella è diventata anche casa mia, me lo dicono i miei genitori. In cambio di questa concessione loro intingono la cannuccia dentro la mia pelle e aspirano linfa vitale. Sono una loro protesi.
Quando iniziai questo blog, sapevo ancora ridere, oggi mi è più difficile.
Un anziano in casa sua si difende ma fuori è perso. Funziona così in ospedale, nelle riabilitazioni, negli ospizi.. La struttura può essere modernissima, attrezzatissima, efficientissima, ma poi la fanno funzionare operai sanitari e dirigenti non sempre attenti.
Non si può vivere per sempre ma nemmeno morire a tutti i costi molto prima.
L'anziano garantisce un posto di lavoro a tanti ma è un prodotto (seppur ben remunerante) abbastanza fastidioso da trattare.
La fauna che ruota attorno a questo momento particolare della vita dei clienti (i malati terminali di vecchiaia), è variegata, talvolta impreparata ma certamente infinitamente svogliata.
M'incazzo con mio padre e anche con mia madre, non so chi dei due sia peggio. Mi uccidono a gesti e a parole. E' dura, dopo 4 anni posso dire che è dura e spesso lo sento anch'io come un lavoro. Poi ci penso un po' e mi rendo conto che mio padre fatica a pensare a se stesso figuriamoci pensare ad altri o a me e al mio in certi momenti essere sull'orlo del non farcela e di stare male fisicamente prima ancora che nella testa.
Non so se sopravviverò a mio padre o se sarà lui a seppellire me. Fisicamente ho più energia ma i miei mi ha nno tolto tante cose, per certi versi in alcune parti sono più usurato di loro, lo dicono gli esami clinico strumentali. Le macchine non si lasciano influenzare dall'apparenza.
Quando c'è da scegliere se prendersi carico dei genitori o metterli in ospizio, non si può fare un calcolo basato sul denaro, si tratta solo di decidere se continuare a tentare di vivere la propria vita o vivere quella dei propri genitori.
Abbandonarli non è umano. Abbandonare se stessi nelle loro mani credo sia eticamente irrispettoso nei confronti di se stessi e della propria vita. Avrei preferito una vita da orfano, uno se la passa male per i primi 20 anni e tutto il resto è suo. Potrei finire in ospizio io alla morte di mio padre. Credo che una generazione viva la sua vita e quella successiva sia al servizio di quella che l'ha preceduta.

P.S.
Non si può fare tutto il lavoro da soli ci vuole qualcuno che dia pur il cambio. Se si è soli, per vari motivi, si ha la necessità di un'aiuto, una badante per esempio. Resta pur il fatto che dal medico, al supermercato, negli uffici, per i documenti, le tasse, qualcuno ci deve pur andare mentre l'altro è a casa. La badante a 54 ore (quella che lavora da mio padre) si fa quasi sempre 3 giorni più due mezze giornate di lavoro e il resto ...
Tolte le ferie, i santi, le feste, qualche giorno di permesso restano pur sempre 180 da fare in compagnia (24 su 24) del proprio genitore. Sono i giorni di festa, quelli che il resto del mondo passa in ferie. Se si è duri con la badante si possono anche ridurre a poco più di 120 ma quelli non se li farà mai nessun altro.

14 commenti:

  1. perchè 120 giorni? Ma la badante non copre tutto il tempo dell'assistenza? 120 a che titolo se è a 54 ore settimanali?

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  2. Stai fresco? La badante non è un robot, ha 26 giorni di ferie, mezzagiornata libera tutte le settimane, le Domeniche a casa, il patrono e le feste religiose e civili a casa e se si ammala paghi tu e lei è a casa come per tutti

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  3. È una scelta. O così o si cacciano 19 - 20.000 euro anno per un ospizio.

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  4. Anche io sono vicino, come te,ai miei genitori. La mia vits è limitatissima, se non inesistente, ma l'accompagnarli in un percorso che sia per loro il migliore possibile è una mia scelta. Ci alterniamo io e mia sorella, ma sono io che spingo .. sono certa che lei opetrebbe per una casa di riposo. Mio fratello se ne è andato due anni fa ... chissà se per la fatica enorme che ci si ritrova ogni giorno ad affrontare! Ora siamo sole ed è dura. Non si tratta di quanto si paghi per una cvasa di riposo, è che io mai li allontanerò da casa loro. Abbiamo una badante (ma sapessi quante ne ho cambiate ... chi rubava, chi picchiava ... chi ... chi ...!) a 54 ore, ma con un pomeriggio libero alla settimana, due ore al giorno e la domenica. Come mai la tua sta solo mezza settimana? Già difficile per noi, mi chiedo come tu possa riuscire ad affrontare tutto da solo e per tutto quel tempo. Mi viene da consigliarti di cambiare badante. Un grande in bocca al lupo e un abbraccio :)

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    1. ho una badante che faticherebbe a troverebbe lavoro anche facendolo gratis. Crede di essere brava ma in realtà è una casinista e tutto quello che tocca rompe. Ho cambiato un sacco di cose in casa. Mi fa solo poco più di mezza settimana perchè anche se la pago per intero più la tengo lontana da casa e meno problemi ho ma non posso fare tutto io, tutti i giorni.
      Ho bisogno di una presenza quando sono via, o dal medico o a fare la spesa. Mia madre gli si è affezionata e se facessi tutto io mia madre ne sarebbe molto contrariata. In pratica gli pago la figlia che avrebbe voluto avere e non ha mai avuto.

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  5. Man mano che si va avanti l'impegno diventa sempre più gravoso. Non so fino a che punto sia giusto. Si rinuncia a una parte della vita per dedicarla a persone (i Genitori) che spesso esigono e spesso nemmeno si accorgono di quanto sia un sacrificio questo essere disponibili.
    Tenere in vita un proprio genitore (perchè di questo si tratta) per me è un lavoro e non da la stessa soddisfazione di allevare figli davanti a te solo passato e mai futuro. Conosco gente che si è presa esaurimenti nervosi mai guariti. Una mia amica ha vissuto la morte della madre come una tragedia e una liberazione assieme ma non ha mai più trovato serenità ed equilibrio.
    Ho avuto badanti ma il fatto è che esperte non se ne trovano e non lo sono nemmeno le infermiere. Seguire un anziano è faticoso psicologicamente prima di tutto. le badanti, cucinano, lavanio i piatti, lavano biancheria e pavimenti ma mettere le mani sugli anziani non lo reputano mai il loro compito principale. Sono essenzialmente tutte colf anche quelle che arrivano con un attestato specifico sull'Alzheimer.

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  6. quelli che prendono cura dei loro genitori,da soli,almeno possono capire il lavoro di una badante,non è come dicono alcuni,che la badante mangia dorme e prende soldi......e nn è mica vero che noi non metteamo le mani addosso agli anziani,che facciamo solo la colf, dipende da un caso al'altro, io faccio assolutamente tutto,cominciando della pulizia personale,pulizia alla casa,spesa,dottore,farmacia,asl,punture,catetere ..........e ho 2 nonautosuficienti con un aiuto di un altra badante,3 ore al giorno,è per quello che non si deve generalizzare sempre sulle badante.

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    1. la differenza tra chi segue il proprio genitore e una qualsiasi persona che lo segue per lavoro (badante, infermiere, medico ecc.) è abissale. so di badanti brave (poche) e di badanti che sono li per tirare avanti un po'.
      Purtroppo chi assume una badante non offre un lavoro da ripiego ma al contrario un lavoro di grande responsabilità il più delle volte disatteso.
      Io faccio tutto con due genitori non autosufficienti e ho smesso da anni di avere tempo per me stesso.

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  7. noi abbiamo una badante che segue la mamma e in camera sua i mestieri li fa una signora che viene tutti i giorni a dare una mano. La badante, lava con la lavatrice, stira (raramente), lavai piatti con la lavastoviglie cucina solo piatti pronti, è assunta a 54 ore regolari, esce la sera e ancora si lamenta per avere la sola domenica libera e dover cucinare per tre, se stessa, la mamma e la signora che viene in aiuto.

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  8. Scommetto che è giovane. Bisogna assumere persone mature sopra i 50 per avere gente che segue i propri anziani con un po' di testa.

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  9. la badante a 54 ore deve farne 54 punto

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  10. meglio scegliere persone pazienti e volenterose, l'età non centra.

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  11. chi ha un aiuto da una badante è fortunato perché non è facile assistere persone malate ed essere sempre sorridenti e disponibili ,anche loro hanno dei problemi.Mettiamoci nei loro panni,pensiamo che sono lontane dai loro affetti

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  12. avere un dipendente non è detto sia una fortuna. La fortuna è per il dipendente che ha un lavoro e i suoi problemi se li deve tenere in tasca, nella stessa tasca dove mette la paga a fine mese. E' un problema del dipendente decidere se quella paga vale quanto lo stare lontano dai propri affetti.
    La fortuna è semmai avere un ottimo dipendente, coscenzioso e lavoratore

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