Ho visto ospizi e ospizi e ospizi. Ho visto gente dirmi "Abbiamo fatto tutto il possibile. Ci sentiamo in pace con noi stessi".
Quando un anziano muore, forse non si è fatto tutto o forse si è fatto troppo. Una cosa è certa, si tira una riga definitiva e si fanno le somme e le sottrazioni di una vita.
La morte esiste ed è ineludibile, nel momento stesso che s'incontra la vita. Non si può viverla come un dramma, ma nemmeno dovrebbe essere un sollievo ... se appena si può.
Non si può vivere per sempre, ma diventa, certe volte, anche difficile vivere un po'.
Sentirsi inutili e rifiutati, e uno dei motivi della depressione di un anziano. L'anziano ha sempre freddo e sa un po' sempre di morte e quindi lo si tiene lontano per allontanare la vecchiaia ... del resto la televisione non la manda mai in pubblicità.
Il momento più difficile e incredibile, è quando si comincia ad aver bisogno degli altri per il proprio quotidiano e ce ne si rende conto.
Non so se la materna, lo stato, le opere o associazioni caritatevoli siano le cose migliori per un nostro congiunto, figlio o genitore che sia. Una cosa è certa, non si può trattare un bambino da uomo (ometto) e un vecchio da bambino (nonnino ecc.).
Vedo molti andare all'ospizio a far carezze ai propri genitori per mezzora, implorandoli di mangiare "la pappa". Da vecchi si rincoglionisce un po', ma si resta adulti, e consci, che gli altri non vedano persone con dei loro sentimenti, ma solo bambini invecchiati da addormentare o avviare al sonno eterno.
Mio zio è morto in un ospizio, ce lo hanno mandato. Non sapeva che fare e mangiava anche le pastiglie degli altri, come fossero becchime per colombi. Era dalle suore, ma ha pregato tanto altrimenti lo mettevano in castigo. Già ... colombi. Si, si diventa un po' colombi pronti a volar via al primo schiamazzo.